La schola e i suoi archivi

f4b1c952-44a4-4454-a166-ad2b48e5319bCon poco più di un anno di attività alle spalle, la Schola Cantorum «Chiesa di Rieti» sta lentamente costruendo il proprio archivio musicale. Esso è conservato in formato cartaceo presso la sede dell’Ufficio Liturgico Diocesano, situata all’interno della curia vescovile. È inoltre in corso la digitalizzazione degli spartiti impiegati dalla schola nell’animazione delle celebrazioni diocesane: i frutti di tale operazione, che si avvale peraltro della collaborazione di alcuni cantori intenti a tale opera prima che divenisse un’iniziativa della segreteria, sono e saranno fruibili per i coristi nella sezione Area riservata ai cantori.

La schola può inoltre attingere ad altri tre ricchi fondi musicali. Il primo, conservato presso la chiesa-oratorio di San Nicola, consiste nell’archivio della corale polifonica «Aurora Salutis», che consta di svariati faldoni il cui contenuto spazia dal gregoriano alla musica sacra novecentesca.

Il secondo si trova fisicamente nella Basilica Cattedrale ed è formato dal ricchissimo materiale accumulato negli anni di attività della Schola Cantorum «Santa Cecilia». Tale archivio si è venuto sedimentando grazie all’amore e alla passione non soltanto di don Lino Marcelli, ma anche dei cantori di quella longeva formazione corale. Alcuni di essi sono ancora attivi nella Schola Cantorum «Chiesa di Rieti» e, comprensibilmente, guardano agli scaffali della Cattedrale come a qualcosa che appartiene anche a loro. Proprio nell’ottica di questa “proprietà condivisa” la Schola Cantorum «Chiesa di Rieti» attinge al patrimonio musicale della basilica di Santa Maria, forte anche delle esortazioni in tale direzione da parte dello stesso don Lino.

ff340c41-d4cb-4a80-8660-bd7ef34dbed0Il terzo fondo è certamente quello più pregiato: l’archivio della cappella musicale del duomo, custodito nei locali dell’Archivio Storico Diocesano. Testimonianza straordinaria dell’intensa attività musicale che ha scandito la storia della Basilica Cattedrale, il fondo, in larghissima misura costituito da manoscritti sette-novecenteschi che però tradiscono musica anche più antica, è stato sottoposto a un riordinamento archivistico, non ancora completo, a partire dagli anni ’90 del secolo scorso. Nei prossimi mesi gli autori della schedatura, Salvatore De Salvo e Angelo Fusacchia, procederanno a una verifica definitiva del loro lavoro e al versamento dei dati nel portale del Rism (Répertoire international des sources musicales), l’organizzazione internazionale fondata nel 1952 a Parigi con lo scopo di documentare in modo esaustivo le fonti musicali presenti in tutto il mondo. Le unità archivistiche afferenti al fondo dell’antica cappella musicale del duomo sono consultabili da studiosi e appassionati negli orari di apertura dell’Archivio Storico Diocesano.